Pedofilia, tolleranza zero!
Pedofilia, tolleranza zero!
Pedofilia, tolleranza zero!
Il recente caso di cronaca che riguarda il pediatra 54enne dell’hinterland milanese è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di reati che coinvolgono i minori, vittime designate di coloro che intendono sfruttarli e abusarne fisicamente. Sul protagonista della triste faccenda grava una condanna risalente a 8 anni fa per detenzione di materiale pedopornografico, di cui l’Ordine dei medici competente dichiara di non essere venuto a conoscenza.
Com’è possibile dunque che sia accaduto tutto questo? Come può un medico già noto alla giustizia italiana continuare ad esercitare la professione a contatto con i minori? Colpa di un vuoto normativo che non prevede l’estensione dell’obbligo di presentare il certificato penale anche ai liberi professionisti, come invece indicato dal decreto legislativo n° 39 del 4 marzo 2014 che recita: “Il certificato penale del casellario giudiziale […] deve essere richiesto dal soggetto che intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori”.
Queste pericolose mancanze dell’apparato legislativo italiano fanno il paio a livello europeo con i recenti sviluppi in materia di tutela dei diritti dei minori online. Al vaglio del Consiglio Europeo il “Connected Continent” un atto normativo che punta ad un mercato unico delle telecomunicazioni. Il provvedimento in nome della “Net neutrality” non prevede alcuna possibilità di rallentare o bloccare contenuti specifici e limita la possibilità di intervento ad una “gestione ragionevole del traffico tale da permettere la prevenzione di reati gravi, incluse le azioni volontarie dei providers per impedire l’accesso e la distribuzione di contenuti pedopornografici”. Passaggio questo che è stato cancellato nella versione del testo emendato, lasciando di fatto il campo libero alla diffusione del materiale pedopornografico sul web senza che i fornitori di servizi abbiano obblighi di controllo.
Come Moige - movimento genitori, chiediamo un intervento legislativo immediato che inasprisca le pene nei confronti di chi mette le mani sui nostri figli, di chi abusa della loro innocenza per adescarli. Chiediamo che anche i liberi professionisti che lavorano a stretto contatto con i minori siano obbligati a dichiarare una fedina penale pulita. Chiediamo anche sanzioni dure, che impediscano effettivamente a tutti quei professionisti che si macchiano di pedofilia e abusi di venire a contatto con i minori, anche se questo comporta la radiazione dai rispettivi Albi professionali. Chiediamo, infine, che anche l’Unione Europea si muova nella direzione della tutela dei minori online, consentendo ai provider procedure di controllo dei contenuti per prevenire la diffusione di materiale pedopornografico.
La petizione è promossa dal Moige - movimento genitori, una organizzazione senza scopo di lucro nata nel 1997, riconosciuta dal governo italiano, con l’obiettivo di tutelare la sicurezza dei minori e sostenere i diritti di genitori e figli. Tra le attività dell’associazione si annoverano: - la sensibilizzazione delle istituzioni competenti su tematiche di rilevante importanza concernenti i minori ed i genitori; - l’organizzazione di campagne itineranti, rivolte a minori, genitori e insegnanti relative a: corretti stili di vita, sicurezza nell’utilizzo dei media, prevenzione e lotta al bullismo e a tutte le forme di disagio giovanile; - il monitoraggio dei palinsesti televisivi attraverso il lavoro dell’Osservatorio Media per un’azione di controllo e analisi della programmazione destinata ai minori e alla famiglia.
Per informazioni: www.moige.it ; Tel. 063236943
Tutte le firme saranno consegnate in un’unica soluzione all’attenzione dei Presidenti di Camera e Senato.