No alla legge "anti-conversione"
Legge anti-conversione in India: cristiani sotto attacco
Legge anti-conversione in India: cristiani sotto attacco
L'India sta per criminalizzare la libertà religiosa.
Secondo indiscrezioni, alcuni parlamentari del partito di governo, i nazionalisti indù di BJP, stanno per proporre una bozza di legge "anti-conversione". Per una democrazia moderna come l'India, si tratterebbe di una passo nella direzione sbagliata, in termini di civiltà giuridica e relazioni internazionali.
La libertà religiosa è teoricamente difesa nella Costituzione indiana, ma già in 6 dei 29 Stati indiani è in vigore una misura che punisce unicamente le persone che si convertono dall'induismo a un altro credo religioso. Si parla di una legge che potrebbe prevedere fino a 10 anni di reclusione per i convertiti, e che dove è in vigore a livello locale già rappresenta de facto uno strumento di persecuzione legalizzata nei confronti di decine di milioni di persone (in India vivono circa 10 milioni di buddhisti, 24 milioni di sikh e 30 milioni di cristiani). Lo testimonia il Rapporto annuale sulla libertà religiosa del Dipartimento di Stato USA.
La medesima legge è servita lo scorso settembre come pretesto per arrestare due pastori cristiani nello Stato indiano di Madhya. In merito, il vescovo cattolico Almeida ha dichiarato: "Il governo si sta ufficialmente comportando in modo discriminatorio verso i cristiani".
Il tentativo degli integralisti indù di BJP di nazionalizzare questo tipo di legge va fermamente respinto. Firmando questa petizione, chiediamo al governo indiano di fermare il progetto e alle autorità europee competenti di vigilare e di attivarsi per vie diplomatiche e, nel caso, di considerare la possibilità di sanzioni economiche.
Per saperne di più:
BJP lawmakers plan anti-conversion bills in LS, RS (inglese)
International Religious Freedom Report 2014 (inglese)
Indian bishop calls anti-Christian harassment a 'serious worry' (inglese)